Diario dicembre 2014 – p. Giordano

Buon Anno e tanti auguri di un sereno 2015.
Il 2014 è finito tra troppe feste, troppi pranzi e un bell’attacco influenzale con bronchi in sofferenza e lo stomaco sottosopra. Pazienza!
Avevo intenzione di scrivere un po’ di diario dicembre ma il tempo è volato e ora che sto migliorando preferisco mandarvi due righe per dirvi tutto il mio grazie per i tanti auguri ricevuti sia di 50° di sacerdozio, sia di Natale e Nuovo Anno.

Vi invio una sintesi di una delle tre feste: è quella avvenuta al paese natio con i parenti e con tanti amici dalla Brianza. Ora sto pensando, mentre sono “chiuso” in casa, al prossimo futuro. Intanto da Laura, Rosaria e Marco abbiamo avuto la bella notizia che tutta la documentazione necessaria a chiudere il progetto Samburu Community Farm è arrivata dal Kenya. A fine mese manderemo il tutto alla Fondazione Cariplo per ricevere gli ultimi contributi. Le attività natalizie “Xmas for Africa” sono ancora in fase di conteggio finale, ma possiamo dire che si sono concluse con un buon utile che ci permetterà di finanziare i progetti messi in cantiere.

Adesso ci stiamo preparando al prossimo consiglio direttivo del 1 febbraio, durante il quale approveremo alcuni orientamenti biennali che ci guideranno soprattutto nelle attività generali di sensibilizzazione-educazione e formazione.
Un abbraccio
P. Giordano

12 – Diario Dicembre 2014

Cinquantesimo di ordinazione di Padre Giordano:
i credenti siano segno di speranza
di Italo Allegri

Anche quella lontana domenica del 27 dicembre 1964 scendeva un po’ di nevischio, in occasione della prima S. Messa celebrata da P. Giordano Rigamont i nel Santuario di S. Maria Nascente di Bevera, accolto con gioia dalla sua comunità. Così è stato anche lo scorso sabato 27 dicembre, esattamente cinquant’anni dopo, i primi fiocchi di neve di questo inverno ritardatario e tanta gente che ha partecipato alla S. Messa vigiliare, per dimostrargli il suo affetto nel cinquantesimo di ordinazione sacerdotale nell’Istituto dei Missionari della Consolata.

L’accogliente chiesa era gremita nella navata e nei transett i laterali. Con padre Giordano hanno concelebrato i confratelli P. Gianni Treglia, superiore della casa di Bevera, P. Peter Njoroge del Kenya, P. Michael, P. Carlo Biella di Cernusco Lombardone, P. Antonio Rovelli di Barzago e don Ambrogio Ratti, attuale rettore del Santuario mariano. La solenne liturgia è stata accompagnata dai canti del Coro parrocchiale. Presenti i sindaci di Barzago, Mario Tentori, e di Castello Brianza, Aldo Riva, e tanti amici.

Cinquant’anni di ministero sacerdotale missionario in Africa, America Latina, Europa in mezzo alla gente per «ascoltare, condividere, discernere», verbi altrettanto impegnativi quanto «predicare, consolare, guidare altri». La ricorrenza dell’ordinazione è il momento per «ringraziare il Signore per il dono della vocazione» ma, al tempo stesso, l’occasione per elevare una preghiera di supplica «al padrone della mistica vigna», affinché «voglia rendere fecondo di bene il lavoro apostolico che cinquant’anni fa hai iniziato e che desideri continuare», l’auspicio rivolto dall’assemblea a P. Giordano all’inizio della celebrazione.

Nell’omelia P. Giordano ha ricordato quel lontano giorno di tanti anni fa e i primi passi della sua vocazione. La casa paterna sorgeva a poche decine di metri del Santuario della Madonna di Bevera, alla quale la mamma Teresa era particolarmente devota e dove il papà Giovanni faceva il sagrestano. E si diceva, in paese, che tra la sua abitazione e il Santuario fosse installato un semaforo. Spesso diventava rosso e quel “Signore” che sovente faceva visita alla propria Mamma, rispettando rigorosamente la segnaletica, in presenza del divieto di passaggio bussasse alla famiglia Rigamonti. E così prima don Giulio (sacerdote diocesano, parroco nella parrocchia dei SS. Faust ino e Giovita di Maresso), poi la sorella Suor Giovanna, quindi P. Giordano lo hanno seguito; una sola sorella è rimasta a casa.

Quando ci si presenta al Signore dopo mezzo secolo di vita, c’è la tentazione di elencare quanto realizzato per Lui e per il prossimo, come fece un santo. Ma il Signore lo ammoniva di raccontargli i suoi peccati: «E’ la stessa espressione che dico oggi al mio Dio dopo cinquant’anni di sacerdozio: “Questi Signore sono i miei peccati, molti li conoscono qui, prendili tu perché così sarò salvo”; Tu non sei morto per me invano, Tu sei morto perché io Ti possa dire “qui sono i miei peccati”». Poi rivolto ai presenti: «Vi chiedo preghiere perché ho bisogno di fidarmi sempre più di questo amore infinito di Dio, oltre che di misericordia, anche di essere pieno si speranza», come amava dire il padre fondatore dell’Istituto – il beato Allamano –, che i credenti devono avere «un grande magazzino pieno di speranza da distribuire a tutti».

Padre Giordano ha espresso il desiderio di «continuare a frequentare la scuola di Maria che nel Magnificat ha saputo cantare il progetto di Dio e quindi anche il progetto di noi uomini, per portare speranza alle persone che ancora incontro».

«Quando ero giovane non vedevo l’ora di cambiare il mondo – ha proseguito il festeggiato – ora sto imparando che più amo Dio, più mi viene voglia di amare tutti quelli che incontro, di comunicare il Vangelo; soprattutto per questa missione chiedo a voi preghiere».

Prima della solenne benedizione don Ambrogio ha comunicato la Benedizione apostolica inviata da papa Francesco tramite il Card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, a padre Giordano, estesa a tutte le persone a lui vicine nella fausta circostanza. Quindi gli ha consegnato l’icona della parrocchia di Bevera a ricordo del 50° anniversario di ordinazione sacerdotale missionaria.

Al termine della celebrazione, il grazie di padre Giordano racchiuso in una bustina contenente un seme con la frase di S. Basilio: «Un albero è conosciuto per i suoi frutti, un uomo per le sue azioni.
Una buona azione non è mai perduta. Colui che semina cortesia miete amicizia, colui che pianta gentilezza raccoglie amore». Poi nel salone dell’oratorio momento conviviale per tutti i presenti.

Nella circostanza è stato distribuito il libro “Baganda, con altri occhi” a cura dell’Associazione Impegnarsi Serve Onlus, al quale offriremo uno spazio adeguato per la sua presentazione.

Impegnarsi Serve

info@impegnarsiserve.org

Impegnarsi Serve Onlus è un'organizzazione di volontariato e insieme ai suoi volontari opera in Italia e in numerosi paesi del mondo

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