Dove ci troviamo
Siamo a São Lucas de Maúa, più precisamente nel territorio della parrocchia di Sao Lucas de Maùa, diocesi di Lichinga, nel distretto di Maúa nella provincia di Niassa nel nord della repubblica del Mozambico.
La parrocchia è stata fondata nell’anno 1988. Prima della sua fondazione era una cappella dell’antica missione Sacro Cuore di Gesù fondata nell’anno 1940 a 10 km dalla città di Maùa. Sfortunatamente, dopo l’indipendenza, l’insurrezione e gli scontri tra le forze militari dello stato mozambicano (Frelimo) e la guerriglia (Renamo) obbligarono gli abitanti dell’antica missione a fuggire e ad abbandonarla. La maggior parte dei profughi trovarono rifugio nella città di Maùa e lì sono rimasti fino ad oggi.
Attualmente la parrocchia conta 86 comunità ecclesiali, denominate cappelle. Maùa è la sede principale del distretto e rappresenta un agglomerato urbano significativo. Una stima da fonti non confermate rileva una popolazione della città di Maùa tra gli 8 e i 10 mila abitanti, la maggior parte dei quali di etnia Macua.
Tra passato e presente
La situazione sociale del Mozambico è particolarmente difficile per le ragazze.
Secondo la tradizione, l’organizzazione familiare si basa su un sistema matriarcale. Quale responsabile della vita, la donna è il capo della sua comunità, ma purtroppo oggi questo sistema tradizionale è minacciato e i valori non sono quasi più rispettati. Esiste un antagonismo tra la complessa realtà del mondo globale che gradualmente si radica nella comunità e la situazione locale di povertà, miseria, analfabetismo, disoccupazione, mancanza di infrastrutture, … Se da un lato c’è ancora il desiderio di preservare la cultura e le tradizioni degli anziani, dall’altro c’è il desiderio di sperimentare e vivere ciò che il mondo globale offre ai più giovani.
Di conseguenza, la combinazione di questa dualità dà origine a una cultura di mancanza di rispetto e di violenza contro le donne; di furto, di menzogna e di inganno; di ozio e di libertinaggio; di abuso di droghe e di sostanze; di prostituzione e di gravidanze indesiderate tra le adolescenti; di poligamia e di infedeltà tra le coppie; di abuso di alcool, ecc.
Istruire una donna… istruire una nazione
Permettere alle donne di studiare significa dare un futuro alla società, visto che l’educazione nei primi anni di vita dei bambini viene impartita dalle mamme.
L’obiettivo del progetto è la costruzione di una casa di accoglienza per 80 studentesse, così che possano seguire gli studi in un ambiente protetto dalla delinquenza e sicuro dal punto di vista sanitario. Il progetto prevede la costruzione dell’edificio con le stanze destinate alle studentesse, il blocco sanitario, la lavanderia e l’impianto idraulico
La partecipazione locale al Progetto
I membri della comunità collaboreranno al progetto, soprattutto i giovani che hanno competenze di edilizia, carpenteria, saldatura, etc. La missione si avvarrà delle loro capacità manuali in cambio di altri servizi forniti loro dalla parrocchia. I materiali come sabbia, pietre, mattoni saranno forniti dalla comunità parrocchiale e anche i costi di trasporto saranno coperti dalla comunità locale.
La comunità parrocchiale sostiene in pieno questo progetto e sono già state raccolte le disponibilità da parte di alcuni parrocchiani per le attività manuali.
Un progetto sostenibile
La continuità del progetto è garantita dalla supervisione della comunità dei Missionari della Consolata, che
Sono i gestori della struttura. La possibilità di supportare le studentesse e permettere loro di seguire in un ambiente protetto l’intero ciclo di studi permetterà di sviluppare una migliore autocoscienza delle giovani donne, le quali potranno influenzare positivamente l’educazione dei propri figli e il miglioramento progressivo della società. Il forte coinvolgimento della comunità parrocchiale dà garanzia di continuità al progetto e permette di rinforzare l’inserimento nella comunità di persone che provengono anche da aree lontane.
I tempi
Durata Progetto: 1 anno
Data inizio attività: Aprile 2021
I costi
14.298 euro
Responsabile in loco
Mulongo Andrew Lukhale, missionario della Consolata